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Notizie dal territorio Pubblica amministrazione

Dese: potature in periodo vegetativo

Venezia, li 5 aprile 2023

Spett.le Comune di Venezia
Ufficio del  Verde Pubblico
verdepubblico.rifiuti@comune.venezia.it

Oggetto: Lipu Sezione di Venezia, segnalazione di potature eseguite in periodo vegetativo, in Venezia – Dese.

Spett.le Ufficio  del Verde Pubblico Comune di Venezia,

Sono giunte a questa Associazioni segnalazioni circa potature su alberi eseguita in fase vegetativa.

All’uopo si richiama quanto previsto dal Regolamento Comunale per la Tutela e la Promozione del Verde in Città, approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 111 del 21.07.2003 e successive modificazioni, che recita all’art. 14.4 La potatura viene programmata con adeguato anticipo, nel rispetto dei cicli biologici e di sviluppo delle alberature. Viene definita straordinaria nei casi in cui si manifestino situazioni non prevedibili tali da creare scompensi strutturali alla pianta stessa, con conseguente pericolo di incolumità pubblica. In entrambi i casi quando si deve eseguire una potatura occorre agire tenendo presente che:

a) la riduzione della superficie fogliare si traduce in una minore disponibilità di nutrienti per le radici e le altre parti dell’albero;

b) l’esposizione frequente della corteccia dei rami più interni alla luce diretta del sole può provocarne il surriscaldamento e conseguente indebolimento strutturale;

c) il taglio dei rami si traduce in una successiva abbondante produzione di germogli inseriti debolmente, che con il tempo possono diventare pericolosi;

d) il legno dei monconi dopo il taglio risulta vulnerabile all’attacco degli insetti edei funghi patogeni (…)

Nonché lo stesso Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico, nelle “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” MATTM 2017, alla pag. 41 nel paragrafo 4.2.2. La potatura  recita: “Tempistica, periodo, intensità dell’intervento dovranno essere contestualizzati alle caratteristiche stagionali e vegetazionali”.

Cinciallegra © Bruno Zavattin

Si richiama un estratto del documento redatto dalla Lipu:

IL VERDE URBANO E GLI ALBERI IN CITTÀ

Indirizzi e linee-guida per una progettazione e gestione ecologica

a cura di: Marco Dinetti, Responsabile nazionale ecologia urbana Lipu

Gennaio, 2017

(…) Considerando gli scenari globali, nel 2050 si attende che il 70% della popolazione umana mondiale vivrà in aree urbane, ed è noto che l’urbanizzazione influenza la ricchezza e l’abbondanza di specie native di piante ed animali. Le città si stanno quindi affermando sempre di più come ambiente di vita per gran parte delle persone che abitano il Pianeta, sebbene l’urbanizzazione -spesso non pianificata adeguatamente (urban sprawl)- porta con se una serie di effetti ecologici, economici e sociali, tra cui l’aumento delle emissioni in atmosfera, l’incremento dei costi per i trasporti e l’approvvigionamento idrico ed energetico, la perdita dei terreni agricoli. L’aumento dei terreni urbanizzati riduce la disponibilità degli habitat naturali,  porta alla frammentazione degli ecosistemi e alla diffusione di specie aliene e invasive, ed i dati correnti mostrano che il consumo di suolo sta aumentando anche in Europa (European Environment Agency, 2016a).

Si fa presente l’enorme importanza delle alberature in città, si elencano i  “Servizi ecosistemici” degli alberi e del verde urbano, quali:

PER COMBATTERE L’INQUINAMENTO

• il verde pubblico e privato intercetta il 6,6% del PM10 emesso

• gli alberi e arbusti di un parco sottraggono circa il 25% del PM10

• in una città come Roma, la vegetazione arborea rimuove dall’atmosfera più di 600 tonnellate di ozono e oltre

1000 tonnellate di PM10

PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI

• un aumento del 10% delle superfici a verde in aree residenziali determinerebbe una diminuzione di circa 2 °C

della temperatura dell’aria, con conseguenti risparmi energetici

• a Roma il sequestro del carbonio e la rimozione degli inquinanti comporta un beneficio annuo di € 1.674.942

• gli alberi immagazzinano 321.576.000 Kg di carbonio e ogni anno sequestrano dall’atmosfera 2.098.000

Kg di carbonio

UN RISPARMIO DELLE SPESE PER CITTADINI ED ENTI PUBBLICI

• è stato calcolato che i parchi urbani negli Stati Uniti fanno risparmiare: 69,4 milioni di dollari di spese

sanitarie, 5,94 milioni di dollari per gestire gli eventi meteorologici estremi, 1,53 milioni di dollari per la

mitigazione dell’inquinamento atmosferico

• a Roma la rimozione dell’O3 da parte della foresta urbana viene calcolato in 2-3 milioni di dollari l’anno

PIÙ VERDE, MAGGIORE VALORE PER LE CASE

• l’aumento di valore degli immobili, determinato dalla presenza di aree verdi ed alberi, si attesta intorno al 10%

A VANTAGGIO DELLA NOSTRA SALUTE E DEL BENESSERE

• il contatto delle persone con la natura porta a benefici fisici e psicologici, che sono misurabili

• la capacità di attenzione dei bambini migliora se essi sono a contatto con le aree verdi: sono i risultati di uno studio effettuato in una scuola primaria di Firenze

Bibliografia di riferimento

Attorre F., Francesconi F., De Sanctis M., Scarnati L. & F. Bruno, 2005. Map of the ecostructures of the city of Rome as a tool for quantifying the ecological and economic values of green open spaces and trees, In: Convegno Ecosistema Roma (Roma, 14-16 aprile 2004). Atti dei Convegni Lincei 218: 367-382.

Buffoni A., 2008. Verde urbano e qualità dell’aria. In: Qualità dell’ambiente urbano. IV Rapporto APAT. Edizione 2007.Focus su La Natura in città. APAT, Roma, pp. 43-44.

Carminati M., 2014. La gestione del verde urbano e rurale. Manuale di buone pratiche e suggerimenti. Provincia di Bergamo.

Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, 2013. Relazione annuale 2013. Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Roma.

Fuller R.A., Irvine K.N., Devine-Wright P., Warren P.H. & K.J. Gaston, 2007. Psychological benefits of greenspace increase with biodiversity. Ecology Letters 3: 390-394.

Lipu, 2010. Dossier gli alberi nelle aree urbane. Lipu, Parma.

Mancuso S., Rizzitelli S. & E. Azzarello, 2006. Influence of green vegetation on children’s capacity of attention: a case study in Florence, Italy. Advances in Horticultural Science 20 (3): 220-223.

Tratto da: www.ecologia-urbana.com.

Cordiali saluti 

Il delegato della LIPU di Venezia

                                                                      Dr. Gianpaolo Pamio

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Criticità nel taglio vegetazione di sponda in Fiumi e Canali rinaturalizzati

Venezia, li 23 marzo 2023

Spett.le Regione Veneto Direzione Ambiente
Cannaregio 99 – Venezia
Indirizzo pec: ambiente@pec.regione.veneto.it

Oggetto: Lipu, Sezione di Venezia, segnalazione di criticità nel taglio vegetazione di sponda in Fiumi e Canali rinaturalizzati                                                                                                                  

Sono giunte a questa Associazione più segnalazioni da parte di soci e cittadini che evidenziano delle vistose criticità nella gestione della vegetazione di sponda lungo fiumi e canali rinaturalizzati. Sono stati documentati con fotografie dei tagli su vegetali  incompatibili con la preservazione di specie ed habitat. Tale attività effettuata nel periodo primaverile, apporterebbe grave pregiudizio alla conservazione di molte specie di uccelli,  invertebrati, rettili, insetti, piante. La banalizzazione del territorio, la sua frammentazione, la parcellizzazione, l’urbanizzazione, la cementificazione dell’area della Val Padana e l’attività agricola intensiva, hanno determinato che molte specie animali e vegetali, sono sospinte, trovando un minimum di habitat nei pressi dei corsi d’acqua: sovente rimangono gli unici elementi per garantire la loro sopravvivenza. 

Il taglio della vegetazione riparia nel periodo primaverile e di prima estate ha conseguenze negative nel ciclo biologico della vegetazione medesima in quanto interferisce nell’attività di sviluppo – evolutiva – produzione di semi, per perpetuare il ciclo naturale riproduttivo nonché indispensabile anello biologico del processo alimentare per varie specie animali.

La vegetazione spontanea ai bordi di fiumi, canali, stagni, rogge rimane non sostituibile per la presenza e riproduzione di specie come l’Usignolo di fiume, Cannareccione, Cannaiola comune, Cannaiola verdognola, Martin pescatore, Tarabusino, Gallinella d’acqua, ecc. 

Porciglione © Fabrizio Doria

L’Italia per la propria conformazione territoriale è attraversata dalle principali rotte migratorie per Eurasia ed Africa, ogni anno milioni di esemplari di uccelli ripetono il ciclo delle migrazioni e di frequente i corsi dei fiumi rappresentano dei naturali siti ove sostare  per  rifocillarsi oltreché nidificare.

Quanto rappresentato, come il taglio a bordo dello specchio d’acqua, trinciatura a raso di vegetazione acquatica come Carici, Cannuccia e Canna Comune, Tife, ecc., lo sfangamento di sedimenti di fondale non hanno nessun fondamento nel controllo dello stato dei manufatti ed acclarata bibliografia in merito ha riportato che la crescita della vegetazione  non rappresenta un ostacolo al deflusso delle acque meteoriche. La vegetazione di sponda, di contro, rappresenta un importante elemento per la mitigazione climatica, il mantenimento di umidità d’area, l’assorbimento di inquinanti come fosfati e metalli, il trattenimento dell’acqua e successivo rilascio su ondate di piena, ecc. I fenomeni di piena e riempimento dei corsi d’acqua ed  invasi si verificano dall’autunno in poi,  non troviamo, indi nessuna giustificazione al taglio diffuso e sistematico della vegetazione nel periodo considerato, fermo restando la tutela degli uccelli intenti alla nidificazione cui alla Legge 157/1992 nonché dalla Direttiva 92/43 CEE “Habitat” con relative normative nazionali di recepimento. L’ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, nel documento trasmesso alla sede nazionale della Lipu, inerente la problematica in argomento, con oggetto: Parere tecnico sui tagli primaverili di vegetazione ripariale, prot. 28907 del 03.05.2019, si esprime in maniera esaustiva, atto trasmesso in allegato.

Alla luce di quanto evidenziato, si richiede ai Vostri Uffici di attivarsi, con richiamo, nei confronti delle Autorità ed Enti interessati, per una gestione dei corsi d’acqua, oculata e rispettosa della Biodiversità.

Cordialmente

Il delegato della Lipu Sezione di Venezia, 

Dr. Gianpaolo Pamio

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Abbattimento di alberature in periodo di nidificazione: la LIPU chiede di sospendere l’attività

Spett.le Ufficio Ambiente del Comune di Venezia
servizi.ambientali@pec.comune.venezia.it

Venezia, li 15 marzo 2023

Oggetto: Lipu, sezione di Venezia, segnalazione di abbattimento alberature in periodo di nidificazione, richiesta di intervento per sospensione attività.

Spett.le Ufficio, 

è giunta segnalazione a questa Associazione una richiesta di intervento da parte di un iscritto, veniva dettagliato, in corso l’abbattimento di una serie di alberature, in località Mestre Via Tina Anselmi, quartiere Bissuola. Sul posto nostri incaricati hanno accertato si trattasse di un abbattimento esteso di varie specie di alberi in un area agricola rinaturalizzata. Veniva evidenziato ai volontari un permesso regolarmente rilasciato. Al fine di preservare anche per un principio di cautela, gli uccelli in nidificazione si richiede di far sospendere detta attività, all’uopo si richiama quanto trasmesso dal presidente della Lipu all’ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani.

“Divieto di effettuare, in ambito urbano e periurbano, abbattimenti e potature tra il 1° di marzo e il 30 agosto, ossia durante il periodo di riproduzione degli uccelli. Ed evitare, tutto l’anno, potature drastiche, limitandosi a interventi motivati, selettivi e mirati al rispetto del mantenimento vitale delle piante.

L’appello è contenuto in una lettera inviata oggi dalla Lipu-BirdLife Italia al presidente dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) Antonio De Caro, in vista dell’inizio, tra poco più di un mese, della stagione riproduttiva degli uccelli selvatici che spesso coincide con l’avvio di lavori di abbattimenti e potature drastiche di alberi, siepi e altra vegetazione, in parchi, giardini e altre aree verdi urbane, così come lungo i corsi d’acqua e negli ambienti agricoli vicino alle città.

“Tali interventi – scrive nella lettera Aldo Verner, presidente della Lipu – oltre a causare il danneggiamento e la destabilizzazione delle piante, incidendo negativamente sull’erogazione dei servizi ecosistemici e del connesso capitale naturale, distruggono direttamente i nidi dell’avifauna, la cui gran parte è difficilmente rilevabile anche da ornitologi esperti, poiché molti nidi sono piccoli, abilmente nascosti nella vegetazione, oppure allestiti dentro strette cavità del tronco e delle branche”.

Una raccomandazione, quella di evitare tagli ad alberi e siepi durante il periodo riproduttivo, ribadita anche dall’Ispra con un parere espresso nell’ottobre 2021. Così come assumono rilevanza in questa direzione i contenuti del Decreto del ministero della Transizione ecologica del 10 marzo 2020 sui criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico (Cam), che impongono il rispetto della fauna, soprattutto nei parchi suburbani e nelle aree a forte valenza ambientale, e una manutenzione del patrimonio arboreo e arbustivo garantito da personale competente e in periodi che non arrechino danni alla pianta e disturbo alla fauna.

Picchio rosso maggiore © Massimo Mongelli

“Alla luce di tutto questo, considerate la rilevanza della materia e le stesse previsioni della nuova Strategia europea sulla Biodiversità 2020-30, i cui obiettivi specifici e generali in vari casi rimandano, direttamente o indirettamente al tema – conclude Aldo Verner nella lettera al presidente dell’Anci – siamo a domandare un Suo intervento sulla vasta comunità dell’Anci, con la richiesta di rispettare le norme per la tutela della biodiversità, specialmente garantendo l’attività riproduttiva dell’avifauna, e di una corretta gestione del verde urbano”.

Cordialmente

                                               Il delegato della Lipu Sezione di Venezia

                                                           Dr. Gianpaolo Pamio

In allegato due fotografie dell area interessata

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SR 13 Terraglio: mancata messa a dimora

Venezia, li 8 marzo 2023

Spett.le Regione Veneto Direzione Ambiente
Cannaregio 99 – Venezia
PEC  ambiente@pec.regione.veneto.it

Spett. ANAS Veneto
Via Millosevich  49
Venezia – Mestre
PEC anas.veneto@postcert.stradeanas.it

e, p.c.

Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paessagistici del Veneto
Soprintendenza per i Beni Architettonici 
e Paesaggistici per le provincie di Venezia
Belluno, Padova e Treviso
mbac-sbap-vebpt@mailcert.beniculturali.it

Oggetto: Lipu Lega Italiana Protezione Uccelli, Sezione di Venezia,  richiesta ricomposizione filare di alberi nella strada regionale nr. 13 Pontebbana, nel tratto compreso tra Mestre e Treviso.

La scrivente Associazione, a seguito la reiterata segnalazione da parte di alcuni iscritti,  ha accertato  che nella Strada  Regionale Terraglio nr. 13 nel tratto tra Mestre (Ve) e Treviso non è stata eseguita la  messa a dimora per il  ripristino delle alberature, soppresse, per molteplici cause, negli anni scorsi. La Sezione Lipu di Venezia, sollecitata da alcuni soci, era intervenuta dal 2009 al 2012 per segnalazione delle potature eseguite in maniera impropria cui hanno contribuito dall’esamina e dall’istruttoria eseguita,  molto probabilmente, in progressione,  alla moria di interi filari.  Gia’ nel 2011 con lettera datata 24 ottobre la Sopritendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Padova all’indirizzo del Consiglio Regionale Veneto ed all’Ufficio del Difensore Civico Regionale, interessato all’uopo, recitava : “ (…)  La scrivente (Soprintendente ndr) ritiene comunque ragionevole ed apprezzabile la proposta di impianto delle alberature mancanti, infatti i filari di platano rappresentano uno degli elementi di maggior importanza paesaggistica dell’antico percorso stradale. Va tuttavia rilevato che molte sono le cause dell’impoverimento del Terraglio. Tra queste si segnalano fra tutte il tombamento dei fossati e le rilevantissime trasformazioni antropiche del territorio rilevabili soprattutto verso le due estremità del percorso (a Mestre e Treviso). Per quanto riguarda le alberature va segnalato che la loro scomparsa è spesso rilevabile in corrispondenza di attività commerciali. Per quanto di competenza questa Soprintendenza ha già avviato incontri a carattere tecnico con gli Assessorati e i servizi Tecnici competenti del Comune di Venezia per promuovere le ricomposizione paesaggistica dell’importante strada, richiedendo tra l’altro la piantumazione di platani resistenti agli agenti patogeni e il controllo delle potature. (…)

Come da nota della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Provincie di Venezia, Belluno, Padova e Treviso con data 3.12.2012 prot. 33660  si legge: “A seguito della segnalazione della LIPU di cui alla nota in oggetto, acquisita in data 20/11/2012 con prot. 32802, questa Sopritendenza rammenta a tutti  gli enti in indirizzo, (Regione, Comuni, Anas ndr) che le potature degli alberi sono un operazione estremamente delicata che deve essere effettuata da personale specializzato. Dalla documentazione fotografica trasmessa invece, si evince che la potatura che si configura come capitozzatura che annulla completamente il valore estetico dell’albero, elemento paesaggistico richiamato nel provvedimento di tutela emesso ai sensi del D.M. 24/1/1967. – Strada del Terraglio – (…)”.  Nello stesso documento si legge: “(…) Come più volte ribadito da questo ufficio inoltre, si invita l’ANAS a provvedere alla sostituzione degli esemplari abbattuti, (D.M. 412 del 03/09/1987 e D.G.R. nr. 291  del 26/1/.1988 inerenti la lotta obbligatoria contro il cancro colorato del platano) mediante la messa a dimora di altri esemplari di platano secondo  le indicazioni formulate al riguardo contenute nella nota prot. 33355 del 2/2/2011 (…)”. 

Alla luce di quanto riferito, si richiede venga ottemperato alla prescrizione del reimpianto dei filari mancanti di platano. In allegato si trasmette copia della nota della Soprintendenza ai BB.AA.AA del 24.10.2011.

Cordialmente                                                                

Il delegato Lipu  Sezione di Venezia

Dr. Gianpaolo Pamio

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Informazioni

Cormorano comune e Marangone minore, specie utili od opportuniste?

In natura non esistono specie dannose, se non introdotte dall’uomo per varie ragioni. Le specie di Cormorano comune Phalacrocorax carbo e di Marangone minore Microcarbo pygmeus sono ritenute nocive per le stazioni di ittiocoltura in quanto predano con facilità i pesci allevati. Questo può rappresentare un aspetto da correggere con adeguate misure atte a prevenire tali comportamenti, quali reti orizzontali, gabbie, intreccio di fili, strumenti di allontanamento meccanici, sonori, ad induzione, ecc. Il Marangone minore, originariamente, nella Penisola, nidificava solo nel Delta del fiume Po, poi gradualmente il suo areale di distribuzione si è allargato nelle aree umide della Val Padana. L’organismo  I.U.C.N. The International Union for Conservation Nature classifica questa specie, sebbene in aumento, come specie minacciata, principalmente da uccisione illegali, inquinamento delle acque, disturbo ai siti di nidificazione, sottrazione di habitat, impoverimento della fauna ittica. A livello normativo il Marangone minore risulta appartenere alla fauna particolarmente protetta ai sensi dell’art. 2 della L. 157/1992, con riferimento alle direttive comunitarie 79/409/CEE e 92/44/CEE, e le Convenzioni Internazionali di Berna, Bonn, Parigi, Barcellona, Washington con le relative normativa nazionali di riferimento. 

Marangone minore © Luigino Busatto

Il Cormorano sempre tutelato dalla normativa 157/1992  ha una diffusione più estesa e non presenta particolari criticità dato l’incremento numerico è costante, di contro rimane oggetto di deroghe al divieto di abbattimento ed oggetto di piani di contenimento per l’impatto prodotto negli impianti di ittiocoltura.

Queste due specie, portano però dei grandi  benefici all’ecosistema in quanto contengono gli effetti delle immissioni e diffusioni di specie di pesci alloctone che stanno provocando seri danni alla fauna ittica. Pensiamo ad esempio al Pesce gatto Ameiurus melas originario del Nord America, introdotto a scopi ornamentali in Europa negli ultimi anni del ‘800 e grazie a neo immissioni e ripopolamenti ha colonizzato buona parte delle acque interne in Europa, entrando in forte competizione con le specie autoctone e danneggiando particolarmente la Tinca Tinca tinca e l’Anguilla Anguilla anguilla. Il Pesce gatto se non  a livello di avannotto, non ha antagonisti in natura nelle acque europee, se non l’uomo, questa specie dispone di tre aculei, situati nella pinna dorsale e nelle due pettorali, nessun pesce può attaccarlo se non con conseguenze deleterie, pure gli uccelli. Cormorani e Marangoni minori sono particolarmente voraci di questi pesci in quanto hanno  movimenti lenti, tipici della fauna ittica da fondale, li inghiottono per la testa, facendo piegare le pinne all’indietro, rendendo così inoffensivi gli aculei. Taluni esemplari hanno sviluppato la tecnica del lancio in aria, il Pesce gatto avendo la testa rappresentante 1/3 del peso complessivo rivolge la testa verso il basso finendo direttamente nello stomaco del Marangone minore o Cormorano che l’aspetta sotto a becco aperto. Si nota così, queste due specie di uccelli,  ritenute impropriamente opportuniste ed invasive, rappresentano degli elementi riequilibranti per un ecosistema alterato da immissioni improprie di specie aliene.  

Nelle foto: Marangone minore preda un Pesce gatto

La delegazione LIPU Sezione di Venezia

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Pubblica amministrazione

Rete Natura 2000: Lido di Venezia, biotopi litoranei

Spett. Provveditorato interregionale alle Opere Pubbliche del Veneto, Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia Giulia
provveditoratovenezia@mit.gov.it

Spett.le Regione Veneto
Direzione Turismo – U.O. Strategia Regionale della Biodiversità e dei Parchi Regionali
turismo@pec.regione.veneto.it

Venezia, … gennaio 2023

Oggetto: Rete Natura 2000 – sito IT3250023, Lido di Venezia – biotopi litoranei.

Si ha notizia dell’avanzata elaborazione della ricognizione della cartografia dell’habitat del SIC-ZPS IT3250023 – Lido di Venezia biotopi litoranei. Essa riguarda aree di particolare interesse per la/le scrivente/i associazione/i.

Si chiede perciò a Codesti Uffici, per quanto di rispettiva competenza, quale sia lo stadio odierno di avanzamento della procedura per la sua ultimazione e per la sua approvazione e quali le correlate consultazioni pubbliche a questa finalizzate.

Si chiede inoltre di poter accedere – secondo quanto previsto per l’informazione ambientale all’art. 3 del Decreto legislativo 195/2005 – alla documentazione di studio oggi disponibile.

Si ringrazia sin d’ora per la cortese attenzione e si porgono i migliori saluti.

Salvatore Lihard (Comitato Ambientalista Altro Lido)

Paolo Fumagalli (Estuario Nostro)

Emanuela Vassallo (Italia Nostra Sez. di Venezia))

Daniela Milani (Lido d’Amare)

Gianpaolo Pamio (LIPU)

Roberto Sinibaldi (WWF – Venezia e territori)

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Inquinamento luminoso: un’insidia per specie vegetali, animali e per l’uomo stesso

Centinaia di studi a livello internazionale acclarano il danno eco-sistemico dell’inquinamento luminoso diffuso, su piante, uccelli, mammiferi, invertebrati. Gli uccelli sono particolarmente colpiti in quanto nelle loro migrazioni sono attratti dalla luce delle città e possono urtare mortalmente contro gli edifici. Uno studio della Stazione Ornitologica Svizzera del 2012 riporta: “Chi vola di notte sopra l’Europa vede sotto di se un vasto mare di luci. Finché le notti sono chiare, questo non rappresenta un problema per gli uccelli migratori. I problemi iniziano quando entrano in una zona con nubi dense e nebbia. Infatti le sorgenti luminose illuminano il cielo dal basso, il senso dell’orientamento degli uccelli può venire compromesso e condurli fuori rotta. Ad esempio, possono restare ammaliati dal cono di luce sopra una città e volare senza meta qua e là, spesso per ore. A causa dello stress e dello sfinimento alcuni cadono morti dal cielo, altri vengono attirati sempre più dagli edifici illuminati, i riflettori o i fari ma non sono in grado di valutare la distanza e pericolo ed entrano in collisione con queste strutture. (…)”

Un recente studio dell’Università dello IOWA negli USA ha analizzato migliaia di arbusti ed alberi in cinque grandi città statunitensi per un range di 5 anni. È emerso che l’anticipazione della formazione delle nuove gemme veniva influenzata, a parità di temperatura dall’intensità luminosa. Parimenti il decadimento delle foglie in periodo autunnale veniva ritardato e la colorazione delle foglie risultava differente, sempre proporzionalmente alla luce adiacente radiata. 

Sempre la LAN luce artificiale notturna (light at night) viene citata in un articolo recente sulla rivista Diabetologia dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete –EASD- ove si descrive uno studio condotto nella Repubblica Popolare Cinese dalla dott.ssa Phyllis Zee, presso su un campione vasto e rappresentativo proveniente da 162 diverse aree del Paese. [L1] Dall’analisi dei dati è emerso che la patologia diabetica era prevalente nella misura del 28% nei confronti delle persone più esposte a LAN esterna rispetto a quelli meno esposti, e che viveva in zone più illuminate di notte, rispetto a chi viveva in zone più buie. La correlazione tra esposizione a LAN e diabete del tipo 2, ha delle evidenze scientifiche, e gli studiosi sono in attesa di ulteriori risultati. In precedenza l’esposizione a LAN era stata associata a correlazioni patologiche come l’aumento di peso, l’obesità, alterazioni secrezioni gastriche e relative a ghiandole surrenali, interruzioni delle funzioni metaboliche, fattori di rischio cardiovascolari come fenomeni trombotici ed ischemici, alterazioni neurovegetative.

Nelle Regione del Veneto la questione della LAN è stata affrontata a livello normativo con la Legge Regionale nr. 17 del 07.08.2009, pubblicata nel BUR nr. 65 del 11.08.2009. La promozione e il rispetto dei principi di questa normativa è oggetto dell’attività delle associazioni ambientali, in particolare quelle che coordinano i gruppi di astrofili e gli osservatori pubblici, di fatto le nostre sentinelle rispetto al fenomeno della LAN. L’associazione Venetostellato ad esempio finanzia e gestisce, tramite gli osservatori e i gruppi di astrofili, una rete di monitoraggio della luminosità del cielo e contribuisce alla divulgazione dei principi della legge presso scuole ed istituzioni. La legge affronta in maniera analitica ed esaustiva la problematica in oggetto, e nonostante l’incessante impegno delle associazioni ambientali e di ARPAV, ente preposto ai controlli, rimane però ampiamente disattesa ed inapplicata per la scarsa attenzione dei comuni rispetto al problema, in particolare verso l’illuminazione privata. Si richiede che l’Autorità regionale renda al più presto pienamente operativa tale normativa promuovendo ed applicando tutti gli aspetti della legge mediante i propri canali di comunicazione e sui media, e curi tre aspetti particolarmente importanti: la formazione degli addetti al settore illuminazione (progettisti ed installatori), l’imposizione ai comuni del regime autorizzativo previsto dalla legge per gli impianti privati e il recepimento della normativa nei Regolamenti Edilizi. 

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Guide e manuali Informazioni

Aiutate i piccoli uccelli con le piante da bacca

La stagione invernale è ormai nel suo pieno, e da campo libero a chi vorrebbe ripristinare con nuovi elementi arborei il proprio giardino od arricchire un area a verde anche in campo aperto. Non serve creare un Birdgarden da manuale, basta anche meno e non comporta un gran lavoro, ma una scelta adeguata delle specie vegetali da inserire. Tra la scelta delle piante da inserire si suggerisce di valutare anche   degli elementi da bacca. Saranno di notevole aiuto ai piccoli uccelli che frequentano le nostre citta’ ed aree periurbane. L’agricoltura intensiva e lo sfruttamento di ogni area coltivabile, ha sottratto, quasi completamente, almeno nella Val Padana, gli areali con un  sufficiente mantenimento della biodiversità necessaria per la sopravvivenza sia per gli uccelli  svernanti, che in fase migratoria, e sospinge di conseguenza molte specie in cerca di cibo nelle aree antropizzate. Arricchire il   nostro giardino di preziose piante da bacca,  potrebbe rappresentare per molti uccelli l’unica fonte di sostentamento nella stagione invernale. Questa tipologia di arbusti e piccoli alberi sono anche di notevole valore ornamentale, pensiamo al Biancospino, in primavera ci regalerà dei bellissimi fiori bianchi ed un nugolo di api alla ricerca di polline per produrre miele, se presenti, gli apicoltori vicini vi ringrazieranno, visto le api percorrono anche 3 chilometri per trovare fiori adatti. Oltreche’ avremmo, con le bacche, nel periodo autunnale – invernale dei bellissimi elementi colorati. Si suggerisce di piantare Biancospino, Rosa canina, Prugnolo, Sorbo, Rovo, Sambuco, Nespolo, Edera Helix, Ligustro, Alloro.

Altra precauzione da mantenere, sotto gli arbusti od alberi, di non cercare l’ordine e la pulizia di ogni foglia che cade o bacca, purtroppo i nostri giardini sono spesso maniacalmente “troppo puliti”, lasciare sotto le siepi elementi che spontaneamente decadono.  Oltre che dare un senso di naturalità,  elementi lignei, bacche, fogliame secco forniscono un tappeto utile nel proteggere il colletto delle piante dalla canicola estiva, dalla pioggia eccessiva, trattiene l’umidità e protegge dal gelo. Quel sottile tappeto di foglie rappresenta anche un rifugio di piccoli insetti ed invertebrati che a loro volta saranno cibo per gli uccelli, noterete spazzolare e gettare all’aria terra e foglie da parte di Merli, Tordi, Pettirossi, Scriccioli, Fringuelli.

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Notizie dal territorio

Atti di bracconaggio nell’area di Mira (VE)

Nella seconda metà di dicembre due cittadini segnalavano alla Sezione LIPU di Venezia, la presenza nell’area del mirese nell’entroterra Veneziano,  due diverse criticità. La prima,  riguarda la carcassa di un Airone grigio Ardea cinerea appeso all’interno di un gard – rail ai margini di una strada.  Visto il corpo già in stato iniziale di decomposizione non è stato possibile sottoporlo a nessun esame esterno per ipotizzarne almeno le cause della morte. Una seconda segnalazione sempre nella zona di Mira riguarda un esemplare di Sgarza ciuffetto Ardea rallide, presente con una zampa ferita nella sponda di un canale che costeggia una strada. La Sgarza ciuffetto, come l’Airone grigio, sono specie particolarmente protette dalla direttiva 79/409/CEE “Uccelli”, con le successive integrazioni e modificazioni. La Sgarza ciuffetto,  è un piccolo airone dal caratteristico ciuffo che sovrasta la testa, più corrispondente forse ad una cresta, come un gallo domestico,  il piumaggio è elegante, color marroncino – arancione con ampie striature. Si tratta di un uccello migratore di lungo raggio, in Europa, la maggior concentrazione è nell’area meridionale, in Italia viene censito quasi esclusivamente in Val Padana e solo raramente in altri areali. Questi esemplari, nel periodo invernale, con una lunga migrazione, si portano nelle aree umide sub-sahariane come il Bacino del Fiume Congo ed i Grandi Laghi del Bacino del fiume Nilo. La Sgarza ciuffetto è una specie elusiva, mimetica, diffidente, timida, si nasconde per gran parte della giornata al riparo di cannucce palustri e piccoli alberi che costeggiano le aree umide, gli habitat prediletti da questa specie sono le rogge, i canali, le lanche, gli stagni, i laghi ad acqua bassa: si nutre prevalentemente di piccoli pesci, rettili, insetti, invertebrati e raramente, come tutti gli aironi, di nidiacei di altre specie di uccelli.

L’esemplare di  Sgarza ciuffetto in questione era presente sul posto da diversi giorni ed è deceduta prima dell’arrivo di una guardia zoofila della LIPU, giunta sul posto su richiesta della socia LIPU,  il corpo è stato successivamente  sottratto da ignoti. Ricostruendo i due eventi, il nucleo agenti venatori della Sezione, forte dell’esperienza acquisita in quelle zone, ipotizza si tratti di episodi di bracconaggio. L’Airone grigio, come specie molto confidente con l’uomo, ormai fortemente svernante, si può notare anche in questa stagione, sovente attendere per ore  le prede, nelle sponde dei fiumi o dei canaletti irrigui ed è facilmente avvicinabile. Per la Sgarza ciuffetto, probabilmente in fase migratoria  verso l’Africa è stata colpita intenzionalmente riportando una lesione ad una zampa. Mancando il corpo, risulta impossibile eseguire degli accertamenti esterni sulle reali cause del decesso. Gesto di orribile gusto appendere il corpo dell’Airone grigio al guard – rail, atto che qualifica il disprezzo non solo verso gli uccelli, ma contro gli animali in generale. La zona del mirese, entroterra delle valli da pesca della Laguna Sud, è già stata teatro in passato di episodi di bracconaggio. Si fa appello alla cittadinanza di segnalare alle Forze dell’Ordine, al Nucleo Guardie Venatorie Volontarie, con i riferimenti nel sito di sezione www.lipuvenezia.it, ogni attività sospetta o potenzialmente illecita da parte di bracconieri o malintenzionati ai danni della fauna selvatica.

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Comunicato stampa inerente i danneggiamenti da parte di picchi

Negli ultimi tempi stanno arrivando diverse segnalazioni alla Sezione LIPU di Venezia circa il danneggiamento da parte di picchi, in genere da parte delle specie Picchio verde (Picus viridis) e Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major). Le superfici aggredite usulalmente sono rappresentate da cappotto a muro, finestre, porte d’ingresso, travi di pompeiane. La presenza di questi uccelli risulta un buon indicatore di biodiversità, grandi insettivori, sono protetti dalle normative comunitarie e nazionali. Si rimanda a quanto riportato recentemente dal responsabile ecologia urbana della LIPU, dott. Marco Dinetti: “ (…) quello dei picchi che forano infissi in legno, ma anche cappotti di rivestimento delle pareti o altri manufatti (pali, tubi, ecc.) è un problema ricorrente, in particolare nelle fasi biologiche in cui queste specie sono particolarmente attive nello scavo di un nido-tana. Una di esse è quella in corso (autunno) nella quale individui che in parte possono essere ricondotti a giovani in dispersione scavano delle cavità dove trascorreranno le notti invernali, e più avanti nella stagione potranno pure nidificare. L’altro periodo di forte attività di scavo è proprio quello che precede la nidificazione, quindi fine inverno-inizio primavera.

Cosa fare per risolvere queste problematiche, e dare i giusti consigli a coloro che ci contattano?

La gamma delle soluzioni è ampia e comprende misure strutturali (sostituzione dei manufatti con materiali più resistenti), di esclusione (barriere fisiche quali reti antintrusione e trame di fili), deterrenti (varie attrezzature, da quelle artigianali a quelle più sofisticate) e diversivi (nidi artificiali idonei).

Il primo rimedio che possiamo suggerire, considerando che è particolarmente semplice ed economico, è quello di usare un deterrente ottico, costituito dai dischetti cd da computer (nuovi o usati, ai picchi poco importa!). Si fanno delle “catenelle” con 2-3 cd e si appendono vicino ai punti dove i picchi fanno i fori. I dischetti oscillano al vento e riflettono la luce, che a quanto pare allontana i picchi. Questo sistema è risultato efficace in quasi tutti i casi (testimonianze di coloro che l’hanno sperimentato) e lo possiamo confermare anche noi direttamente in un caso-studio che abbiamo seguito presso un edificio a Parma (lo studio è in pubblicazione nella rivista “Picus”).

Raccomandazione importante e “universale”, che vale per qualsiasi sistema deterrente, e rispetto a qualsivoglia contesto e specie: i sistemi deterrenti non vanno mai “abbandonati” a loro stessi (indefinitivamente) e/o attivati per lunghi periodi, perché esiste il concreto rischio di assuefazione da parte degli uccelli. Quindi, occorre presentarli a fasi alterne, anche variandone le modalità di applicazione.”

Qualora il sistema non dovesse (più) funzionare, occorre rimuoverlo e sostituirlo con altri approcci”.

Oltre a quanto indicato, abbiamo casi concreti di buoni risultati anche con l’installazione di palloncini gonfiabili raffiguranti dei rapaci, reperibili in Rete

I volontari della  Sezione di LIPU di Venezia, a mezzo i contatti nel sito www.lipuvenezia.it, rimangono a disposizione per suggerimenti e consigli.

Il delegato di Sezione Dr. Gianpaolo Pamio