
Autore: Gianpaolo Pamio


All’Ente Parco del Sile
segreteria.parcosile.tv@pecveneto.it
Alla Regione Veneto
Genio Civile competente per le aree di Venezia e Treviso; geniocivileve@pec.regione.veneto.it
geniociviletv@pec.regione.veneto.it
Al Comune di Casier
comunecasier@pec.it
Al Comune di Casale sul Sile
comune.casalesulsile.tv@pecveneto.it
Al Comune di Quarto d’Altino
comune.quartodaltino.ve@pecveneto.it
e, p.c.
Alla Prefettura di Treviso
protocollo.prefv@pec.interno.it
Alla Prefettura di Venezia
protocollo.prefve@pec.interno.it
Spett.li Enti in indirizzo,
Oggetto: LIPU Lega Italiana Protezione Uccelli ODV, Sezione di Venezia, Fiume Sile, segnalazione di persistente moto ondoso cagionato da unità in navigazione, soprattutto da diporto, con conseguente danneggiamento degli habitat e delle sponde.
A seguito la puntuale segnalazione da parte della cittadinanza, che evidenziava il persistente e continuo fenomeno del moto ondoso nel Fiume Sile, questa Associazione ha provveduto ad effettuare dei sopralluoghi accertando la veridicità su quanto asserito.
Preso atto dell’importanza del Fiume Sile come corridoio ecologico su area vasta, come riportato negli strumenti di pianificazione territoriale vigenti;
Considerata la rilevanza per la regione biogeografica continentale, confermata dall’istituzione dei siti Natura 2000 ZSC IT3240028 “Fiume Sile dalle Sorgenti a TrevisoOvest” e ZPS IT3240011 “Sile: sorgenti, paludi di Morgano e Santa Cristina”;
Vista l’importanza degli ambiti fluviali a valle dei suddetti siti, in particolare per alcune specie ornitiche legate alla vegetazione di ripa e all’integrità ecosistemica delle sponde ed il ruolo – per quanto attiene le connessioni ecologiche – che detti tratti fluviali rivestono
per il collegamento ecologico funzionale tra i già citati siti Natura 2000 e quelli posti più a valle (vedasi ZSC e ZPS gravitanti nell’ambito lagunare veneziano);
Considerato che anche alcuni habitat di interesse comunitario (acquatici) possono essere danneggiati dal moto ondoso e dagli effetti indiretti e diretti dei fenomeni erosivi del traffico nautico, così come può essere logorata – per gli stessi motivi – la capacità delle
stesse formazioni vegetali di assolvere il ruolo di habitat di specie per svariati taxa afferenti alla fauna ittica e ad invertebrati alla base della catena alimentare dei corsi d’acqua di risorgiva;
Rilevato come, allo stato di fatto, il traffico nautico per uso ricreativo comporta fenomeni di erosione delle sponde che potrebbero compromettere il ruolo ecosistemico del corso d’acqua in argomento, già minacciato da più fattori di pressione di natura antropica;
Rilevato altresì come le NTA del Parco regionale del Fiume Sile, prevedano un limite di velocità di 8 km/ora per il traffico nautico, senza comunque provvedere a forme strutturate di contrasto del fenomeno erosivo dovuto ad un utilizzo improprio del corso d’acqua da parte dei fruitori tramite imbarcazioni a motore;
LIPU, Lega Italiana Protezione Uccelli, in quanto associazione ambientalista riconosciuta a livello ministeriale
CHIEDE
quali siano le azioni poste in opera, dagli Enti competenti, per il contenimento del fenomeno erosivo dovuto al traffico nautico.
Consapevole del ruolo e delle singole deleghe degli Enti in indirizzo per quanto attiene la conservazione del patrimonio naturalistico del Fiume Sile, in particolare nelle aree ricomprese in Natura 2000 e in quelle esterne ma che contribuiscono a mantenere le connessioni ecologiche con i siti Natura 2000 posti a valle, chiede di poter ricevere un report sullo stato di aggiornamento delle misure valutate e adottate.
Cordialmente
Il delegato di Sezione
Dott. Gianpaolo Pamio


Spett.le Lipu Sezione di Venezia
Via Giacomo Matteotti, 26
30020 Gaggio di Marcon (VE)
lipusedenazionale@postcert.it
e, p.c. Alla Direzione Infrastrutture e Trasporti
SEDE
Alla U.O. Genio Civile di Treviso
SEDE
All’Ente Parco del Sile
segreteria.parcosile.tv@pecveneto.it
Al Comune di Casier
comunecasier@pec.it
Al Comune di Casale sul Sile
comune.quartodaltino.ve@pecveneto.it
Al Comune di Quarto d’Altino
comune.quartodaltino. ve@pecveneto.it
Alla Prefettura di Treviso
protocollo.prefìV@pecinterno.it
Alla Prefettura di Venezia
protocollo. prefve@pec. interno. it
Egregio Dottor Pamio,
nel ringraziare per l’attento presidio operato dalla Vostra Associazione, con la presente La informo che le azioni volte al contenimento del fenomeno del moto ondoso, peraltro generato in tutte le vie navigabili, è ora in capo agli Enti competenti alla navigazione ed alla gestione del demanio della navigazione interna da Lei correttamente inseriti tra i destinatari della segnalazione; a tal proposito può essere utile rammentare che, in ogni caso, la programmazione e la gestione degli investimenti afferenti le vie navigabili di competenza regionale è in capo alla Direzione Infrastrutture e Trasporti.
Il fenomeno erosivo da Lei segnalato potrebbe interessare anche gli argini del fiume Sile e di conseguenza comportare pericolo per la sicurezza idraulica del territorio. Nell’ambito della programmazione degli interventi vengono segnalate le necessità finanziarie per la sistemazione delle opere idrauliche, tra queste anche il fiume Sile.
Una volta rese disponibili le necessarie risorse, gli interventi potranno, come di consueto, contemperare le varie esigenze tra le quali anche quella della difesa dal moto ondoso di sponde, golene e arginature, con indiretto ma evidente beneficio anche per quanto da Voi segnalato.
Il Direttore
Dott. Ing. Salvatore Patti

Nelle famose “garzaie”, siti dove nidificano gli aironi, spesso si può trovare un ardeide di medie dimensioni: la Nitticora. Amante delle zone umide, negli ultimi anni è diventata una visitatrice regolare dell’oasi di Gaggio con un lieve aumento delle coppie nidificanti. Non supera i 65 cm di grandezza e presenta una colorazione prevalentemente grigia con dorso e vertice neri. La sua particolarità, che si nota molto facilmente, sono gli occhi, color rosso intenso, caratteristici degli individui adulti. È una specie ad abitudini prevalentemente crepuscolari o notturne ma, durante il periodo di nidificazione, può andare alla ricerca del cibo anche con la luce del sole. La sua dieta si basa principalmente su piccoli pesci, anfibi, vermi, larve di insetti, girini, rettili e piccoli mammiferi.
In Italia si riproduce, principalmente, in stazioni isolate nella Pianura Padana. In alcune zone è stanziale e resta tutto l’anno ma, nella maggior parte del nostro territorio, è presente solo nel periodo riproduttivo. Essendo un migratore a lungo raggio, il periodo di svernamento lo trascorre nell’Africa Subsahariana sino all’Equatore.
Come altri uccelli, censiti nell’Oasi di Gaggio, anche la Nitticora è una specie inserita nella Direttiva Uccelli, nr. 79/409/CEE, allegato I, con protezione rigorosa. In Europa è presente nell’areale centrale e meridionale: in Italia, nella Pianura Padana si ha la maggiore concentrazione di questa specie a livello continentale. Negli ultimi 10 anni la Nitticora, a causa delle sottrazioni e modificazione degli habitat sia in Europa che in Africa, ha avuto un calo numerico dell’80%, con andamento sfavorevole: nel nostro Paese, uno principali fattori è dovuto alle nuove coltivazioni di riso a “secco” ove non vengono allagati i campi come nel metodo tradizionale. Nell’Oasi di Gaggio, a tuttora si contano 9 esemplari con 2 nidi in costruzione. Gli auspici sono tra i migliori per salvaguardare questa specie in grave pericolo.
Testo a cura dei volontari Sezione LIPU Venezia.

Un residente nella Municipalità di Favaro Veneto, segnalava a questa Associazione l’effettuazione nel pomeriggio di sabato 10 aprile di potature alle alberature stradali nella centrale Via San Donà, potature eseguite in piena fase vegetativa.
Si evidenzia da ampia ed acclarata bibliografia, come l’esecuzione di tale attività espone l’albero oggetto di potatura a patologie fungine che possono portare a seccume e postume necrosi con la morte dell’albero stesso.
All’uopo si richiama quanto previsto dal Regolamento Comunale per la Tutela e la Promozione del Verde in Città, approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 111 del 21.07.2003 e successive modificazioni, che recita all’art. 14.4 “La potatura viene programmata con adeguato anticipo, nel rispetto dei cicli biologici e di sviluppo delle alberature. Viene definita straordinaria nei casi in cui si manifestino situazioni non prevedibili tali da creare scompensi strutturali alla pianta stessa, con conseguente pericolo di incolumità pubblica. In entrambi i casi quando si deve eseguire una potatura occorre agire tenendo presente che:
a) la riduzione della superficie fogliare si traduce in una minore disponibilità di nutrienti per le radici e le altre parti dell’albero;
b) l’esposizione frequente della corteccia dei rami più interni alla luce diretta del sole può provocarne il surriscaldamento e conseguente indebolimento strutturale;
c) il taglio dei rami si traduce in una successiva abbondante produzione di germogli inseriti debolmente, che con il tempo possono diventare pericolosi;
d) il legno dei monconi dopo il taglio risulta vulnerabile all’attacco degli insetti e dei funghi patogeni (…)”
Nonché lo stesso Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico, nelle “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” MATTM 2017, alla pag. 41 nel paragrafo 4.2.2. La potatura recita: “Tempistica, periodo, intensità dell’intervento dovranno essere contestualizzati alle caratteristiche stazionali e vegetazionali”.
Per quanto segnalato si richiede l’interruzione delle pratiche di potatura ed il richiamo al rispetto del suddetto Regolamento Comunale per la Tutela e la Promozione del Verde in Città.
Il delegato della LIPU Sez. di Venezia
Dr. Gianpaolo Pamio

La scrivente Associazione è stata interessata da alcuni cittadini in merito all’abbattimento di un aereale – boschetto, in località Jesolo – Via Levantina, sito da destinarsi a costruzioni civili. Veniva segnalato la presenza di una folta vegetazione di origine selvatica che si era creata dopo un lungo inutilizzo dell’area, rinaturalizzando spontaneamente il sito. Veniva descritta dai cittadini, in considerazione delle favorevoli condizioni creatisi, di una numerosa presenza di uccelli stante il periodo di nidificazione, soprattutto Merli, Verzellini, Fringuelli, Cinciallegre, Codibugnoli, ecc. Stante l’area chiusa agli ingressi non è stato possibile dai volontari della Sezione verificare la presenza di nidi in loco, ma comunque, visto quanto dettagliato, la presenza è altamente probabile: in ogni caso per un principio di precauzione, non si dovrebbero eseguire opere di disturbo della fauna selvatica in questo periodo. Viene riportato che tutta l’area verde è stata sbancata in toto per far spazio al cantiere edile.
Da nostre rilevazioni, nella cittadina di Jesolo come in gran parte del Litorale, molte specie selvatiche di uccelli soprattutto passeriformi, sono in forte calo se non addirittura scomparse. L’agricoltura intensiva ed il taglio sistematico delle siepi per aumentare la superficie coltivabile, spinge le specie selvatiche verso l’area urbana e periurbana in quanto sussistono dei frammenti di habitat ospitale per la biodiversità oltre che fornire servizi ecosistemici al territorio ed alla popolazione. Opere di radicale trasformazione degli habitat in periodo di nidificazione portano come conseguenza, nei confronti degli uccelli selvatici, ad un fallimento invitabile del progetto riproduttivo ed una conseguente contrazione numerica degli stessi.
Si richiede a codesto Ufficio di valutare, utilizzando il principio di tutela e di cautela nei confronti della preservazione delle specie di uccelli selvatiche, nel rilascio di concessioni edilizie, i tempi di esecuzione delle opere.
Cordialmente
Il delegato della LIPU Sezione di Venezia
Dr. Gianpaolo PAMIO

E’ giunta alla LIPU Lega Italiana Protezione Uccelli, Sezione di Venezia la segnalazione preoccupata di un iscritto, inerente l’abbattimento di filari di Pioppo bianco in località Casale sul Sile nel percorso pedonale nel lungargine del Fiume Sile, area destinata a Parco Regionale.
Un sopralluogo svolto da nostri volontari ha appurato che l’area già nota, è di particolare pregio naturalistico per la presenza di diverse specie di uccelli, soprattutto di Picchi: in questo ambito si annoverano esemplari di Picchio verde, Picchio nero, Picchio Muratore, Picchio rosso maggiore, Picchio rosso minore, tutte specie sottoposte rigorosa tutela. La banalizzazione e l’impoverimento degli habitat del territorio della Pianura Padana ha fatto sì che aree che preservino un minimo di caratteristiche necessarie per la sopravvivenza per le specie di uccelli selvatici, rappresentano una “ciambella di salvataggio” per costoro. l’articolo prosegue dopo la pubblicità
Dal momento la Regione del Veneto si trova in piena rotta migratoria, la maggiore tra Nord – Sud Europa, l’area del Parco del Sile assume una valenza particolare soprattutto nella salvaguardia dei piccoli uccelli, passeriformi in primis. Da un primo esame esperito dai volontari della LIPU alcuni tronchi dei Pioppi bianchi presentano delle cavità estese, a giustificarne il taglio per motivi di sicurezza, altri invece, perfettamente sani. Tagliare sistematicamente un centinaio di Pioppi bianchi di oltre 40 anni di età, rappresenta un significativo disvalore al biotopo legato al Parco del Fiume Sile ed alla biodiversità: le conseguenze in termini di sottrazione di habitat si avranno per tutta l’asta Sud del Fiume: pensiamo all’importanza dei grandi alberi per i rapaci che li usano come rifugio e stazione di caccia anche direttamente sul Fiume Sile: richiamandoci ad esempio al Falco pescatore.
Si sottolinea che il periodo scelto per il taglio degli alberi coincide con quello della nidificazione sugli gli alberi stessi, i Picchi soprattutto usano le cavità degli alberi per nidificare, e qui i volontari ne hanno trovato di diversi diametri, a più altezze: la consuetudine di utilizzare le cavità degli alberi, anche piccole, per formare un nido, è anche caratteristica dello Storno, della Cinciallegra, dell’ Assiolo, ecc. Non si trascuri il disturbo in tutta l’area per l’impiego di motoseghe e mezzi d’opera, tale attività interferisce anche nelle aree adiacenti con la nidificazione in atto, al punto di portare i genitori all’abbandono del nido con conseguente morte dei nidiacei.
Alla luce della considerazioni esposte, si richiede a codeste Autorità di sospendere il taglio degli alberi rimandandolo al periodo tardo estivo, a nidificazione conclusa, nonché di valutare il mantenimento dei alberi in buona salute onde limitare il danno derivato dalla sottrazione di habitat.
Cordialmente
Il delegato LIPU Sezione di Venezia
Dr. Gianpaolo Pamio

Buongiorno, con la presente segnaliamo due episodi di incendio della vegetazione dunale e retrodunale rilevati rispettivamente il 27 marzo e in data odierna. L’incendio del 27/03 ha interessato un’area di prateria a Spartina versicolor nella fascia di duna. L’incendio è vicino ad un punto in cui è stata fatta una grigliata e potrebbe essere divampato per sbaglio; aggravante il fatto che il punto scelto per la grigliata sia all’interno della recinzione dedicata alla tutela della nidificazione di fratino e fraticello.
L’episodio rilevato in data odierna ha avuto luogo la sera/notte del 2 aprile, dal momento che nella mattina dello stesso giorno l’area era integra. L’incendio ha invece interessato, con più inneschi, un’area di mosaico tra Eriantho-scoeneto (habitat 6420 direttiva 43/92/CE) e Tortulo-scabioseto (2130*), ovvero uno degli habitat più importanti del sito. La presenza di più inneschi evidenzia in modo netto la natura dolosa del fenomeno.
Nelle pagine seguenti si riportano la mappa con l’ubicazione delle aree percorse da incendio e le immagini relative.
Si segnalano gli episodi a codesto ufficio per condividere la serietà della situazione, che sta evidenziando una crescente minaccia all’ecosistema della ZPS e ZSC presso San Nicolò e un conseguente aumento del rischio ambientale.
ùSi rimane a disposizione per un eventuale sopralluogo.
Cordiali saluti
Dr. Gianpaolo Pamio
Delegato Lipu di Venezia

Sono giunte alla scrivente Associazione, segnalazioni poi verificate come corrispondenti, circa l’abbattimento in terreni privati di alberi dalle discrete dimensioni, soprattutto Pioppi neri e Platani in località Favaro Veneto, Via Vallenari e Via Ca’ Colombara. Venivano informati i cittadini che tali piante abbattute non avevano nessun vincolo normativo alla loro tutela, essendo su area privata, se non la sussistenza di nidi, visto il periodo di nidificazione in corso. Tuttavia, la presenza di alberature, arbusti, tratti di siepe in ambito urbano e periurbano assolvono ad importanti funzioni ecosistemiche, creando dei micro – habitat funzionali alla presenza e rifugio di piccoli uccelli, anfibi, rettili nonché piccoli invertebrati ed insetti necessari alla catena alimentare della suddetta fauna. Nell’areale della Val Padana, l’impoverimento e la banalizzazione delle zone agricole, private di elementi funzionali alla biodiversità come boschetti, prati incolti, siepi hanno portato ad una sistematica riduzione delle specie selvatiche presenti, soprattutto uccelli. Le cause della spoliazione di elementi naturali in ambito agricolo sono da ricondurre ad errate pratiche agricole su base intensiva, che non tengono conto delle misure di compensazione cui la UE dota a mezzo la PAC e i relativi Piani di Sviluppo Rurale le Regioni, per mantenere in naturalità le aree oggetto di coltivazione. Buona parte dei fondi se non la totalità, nella Regione Veneto, non vengono utilizzati, le misure disattese, perché non richiesti dagli aventi diritto. Il risultato è evidente, le aree agricole non hanno nessun elemento di naturalità residua. La Commissione Ambiente della UE è a conoscenza di questa inosservanza dell’Italia, ma nonostante i richiami, siamo al nulla di fatto. Le aree coltivate, diventando inospitali spingono la fauna verso i centri abitati, qui emerge l’importanza del mantenimento di siepi e filari di alberi. Tra le specie di uccelli maggiormente presenti nelle siepi annoveriamo la Tortora dal collare, il Colombaccio, il Canapino, il Pigliamosche, l’Averla piccola, il Picchio rosso maggiore, il Rigogolo, la Passera mattugia, l’Usignolo, il Picchio verde, il Pettirosso, la Passera scopaiola, il Luì piccolo, la Sterpazzola, la Cinciallegra, la Cinciarella, la Capinera, il Merlo, lo Scricciolo, il Cardellino, ecc.
Si richiede a codesta Amministrazione di attivarsi nei confronti dei Privati cercando di salvaguardare le alberature residue; nonché si fa istanza del ripristino delle alberature abbattute posizionandole a dimora a lato della strada delle vie summenzionate, facendole cadere così sotto la competenza comunale. I cittadini che hanno contattato la LIPU Sezione di Venezia, chiedevano anche che le strade a bassissima percorrenza di Via Ca’ Colombara e Via Litomarino a Favaro Veneto, entrambe a carreggiata ridotta, siano aperte al traffico veicolare esclusivamente ai residenti quanto per garantire un grado di tranquillità e sicurezza ai podisti e camminatori che frequentano assiduamente la zona.
Considerando i diversi appelli da parte di iscritti alla scrivente Associazione e più generalmente dalla cittadinanza, onde affrontare le criticità sul Verde in maniera organica, si richiede a codesta Amministrazione il ripristino del FORUM del Verde, aperto ad Enti, Comitati, Associazioni, Categorie, ecc.
Delegato LIPU Sezione di Venezia
Dr. Gianpaolo Pamio

In questi giorni stanno confluendo i dati totali dei censimenti effettuati nel periodo invernale 2020, di particolare interesse la presenza di 12 esemplari di Ibis sacro Threskiornis aethiopicus. Questa specie, dalla sagoma caratteristica, di origine africana, in Egitto è estinta. Introdotta in Europa ai fini degli anni ’70 a scopi ornamentali, presso dei Giardini zoologici nel Sud della Francia, alcuni esemplari liberati si sono acclimatati e riprodotti. L’Ibis frequenta le garziaie ( grandi roost dove si aggregano in fase riproduttiva gli aironi), abitualmente si aggrega in compagnia Garzette, Aironi maggiori, Aironi cenerini, Mignattai. Specie particolarmente vorace si nutre di piccoli invertebrati, rane, rettili, topi ed occasionalmente di pulli di altre uccelli. Visto il suo espandersi in tutta l’area sud Europea del Mediterraneo sta rappresentando una minaccia per alcune specie di uccelli cui sta occupando la nicchia ecologica, soprattutto Aironi, nonché rappresenta un pericolo per i Tritoni, le Rane soprattutto di Lataste e Dalmatina già in forte calo soprattutto in Val Padana per sottrazione di habitat. Le indicazioni dell’ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, a titolo di precauzione, sono di attuare misure atte al contenimento di questa specie. L’Ibis sacro, sebbene sia un uccello alloctono si sta integrando benissimo nel territorio al punto da diventare una specie opportunista, così da sviluppare in poco tempo una capacità di predazione anche nei confronti di altre popolazioni alloctone ed alquanto infestanti come il Gambero rosso della Louisiana, vero e proprio flagello dei corsi d’acqua europei, specie introdotta in Europa per scopi alimentari e rilasciata accidentalmente in natura.

In questi giorni, nell’Oasi di Gaggio è stata avvistata dai volontari una coppia di Falco di palude Circus aeruginosus, un rapace migratore. Questa specie è tutelata dalla Direttiva Uccelli dell’Unione Europea ed è considerata vulnerabile in Italia. Da censimenti non aggiornati, si stima che nell’intera provincia di Venezia vi siano solo circa 40 coppie nidificanti. Gran parte della popolazione europea di falco di palude sverna nel sud del Sahel africano e nell’area subequatoriale e nel mese di marzo intraprende la migrazione. Attraversando il deserto del Sahara giunge nel continente europeo dove nidifica spingendosi fino alla penisola Scandinava e alla Russia.
In Italia, il Falco di Palude si concentra soprattutto nella Val Padana, privilegiando habitat naturali a canneto, tifeto, lagune costiere e lanche fluviali. Il nido viene costruito nei canneti che devono essere particolarmente folti per mimetizzarne la presenza. Il falco di palude si nutre di piccoli mammiferi come ratti e piccoli di nutria, pulli e giovani di uccelli acquatici come folaga, germano reale, gallinella d’acqua, ma anche rane e rettili. Le minacce maggiori per questo rapace nelle aree di nidificazione sono rappresentate dalla sottrazione di habitat, dalla caccia anche accidentale, dal disturbo antropico e dall’inquinamento delle acque. Un’ulteriore minaccia è costituita dalle alterazioni strutturali degli ambienti naturali dei luoghi di svernamento africani, soprattutto per la regimentazione delle risorse idriche, nonché per l’espansione del deserto del Sahara che ne rende sempre più difficoltoso il suo attraversamento. Grazie alle norme di tutela questa specie in Italia è stabile e viste le cautele adottate, come la sospensione dei lavori di manutenzione in programma e la parziale chiusura del percorso visitatori, rimane la speranza che il falco di palude possa nidificare presso l’Oasi di Gaggio.