Venezia, lì 11 febbraio 2023
Cormorano comune e Marangone minore, specie utili od opportuniste?
In natura non esistono specie dannose, se non introdotte dall’uomo per varie ragioni. Le specie di Cormorano comune Phalacrocorax carbo e di Marangone minore Microcarbo pygmeus sono ritenute nocive per le stazioni di ittiocoltura in quanto predano con facilità i pesci allevati. Questo può rappresentare un aspetto da correggere con adeguate misure atte a prevenire tali comportamenti, quali reti orizzontali, gabbie, intreccio di fili, strumenti di allontanamento meccanici, sonori, ad induzione, ecc. Il Marangone minore, originariamente, nella Penisola, nidificava solo nel Delta del fiume Po, poi gradualmente il suo areale di distribuzione si è allargato nelle aree umide della Val Padana. L’organismo I.U.C.N. The International Union for Conservation Nature classifica questa specie, sebbene in aumento, come specie minacciata, principalmente da uccisione illegali, inquinamento delle acque, disturbo ai siti di nidificazione, sottrazione di habitat, impoverimento della fauna ittica. A livello normativo il Marangone minore risulta appartenere alla fauna particolarmente protetta ai sensi dell’art. 2 della L. 157/1992, con riferimento alle direttive comunitarie 79/409/CEE e 92/44/CEE, e le Convenzioni Internazionali di Berna, Bonn, Parigi, Barcellona, Washington con le relative normativa nazionali di riferimento.
Il Cormorano sempre tutelato dalla normativa 157/1992 ha una diffusione più estesa e non presenta particolari criticità dato l’incremento numerico è costante, di contro rimane oggetto di deroghe al divieto di abbattimento ed oggetto di piani di contenimento per l’impatto prodotto negli impianti di ittiocoltura.
Queste due specie, portano però dei grandi benefici all’ecosistema in quanto contengono gli effetti delle immissioni e diffusioni di specie di pesci alloctone che stanno provocando seri danni alla fauna ittica. Pensiamo ad esempio al Pesce gatto Ameiurus melas originario del Nord America, introdotto a scopi ornamentali in Europa negli ultimi anni del ‘800 e grazie a neo immissioni e ripopolamenti ha colonizzato buona parte delle acque interne in Europa, entrando in forte competizione con le specie autoctone e danneggiando particolarmente la Tinca Tinca tinca e l’Anguilla Anguilla anguilla. Il Pesce gatto se non a livello di avannotto, non ha antagonisti in natura nelle acque europee, se non l’uomo, questa specie dispone di tre aculei, situati nella pinna dorsale e nelle due pettorali, nessun pesce può attaccarlo se non con conseguenze deleterie, pure gli uccelli. Cormorani e Marangoni minori sono particolarmente voraci di questi pesci in quanto hanno movimenti lenti, tipici della fauna ittica da fondale, li inghiottono per la testa, facendo piegare le pinne all’indietro, rendendo così inoffensivi gli aculei. Taluni esemplari hanno sviluppato la tecnica del lancio in aria, il Pesce gatto avendo la testa rappresentante 1/3 del peso complessivo rivolge la testa verso il basso finendo direttamente nello stomaco del Marangone minore o Cormorano che l’aspetta sotto a becco aperto. Si nota così, queste due specie di uccelli, ritenute impropriamente opportuniste ed invasive, rappresentano degli elementi riequilibranti per un ecosistema alterato da immissioni improprie di specie aliene.
Nelle foto: Marangone minore preda un Pesce gatto
La delegazione LIPU Sezione di Venezia