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Informazioni Notizie dal territorio

Comunicato stampa inerente i danneggiamenti da parte di picchi

Negli ultimi tempi stanno arrivando diverse segnalazioni alla Sezione LIPU di Venezia circa il danneggiamento da parte di picchi, in genere da parte delle specie Picchio verde (Picus viridis) e Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major). Le superfici aggredite usulalmente sono rappresentate da cappotto a muro, finestre, porte d’ingresso, travi di pompeiane. La presenza di questi uccelli risulta un buon indicatore di biodiversità, grandi insettivori, sono protetti dalle normative comunitarie e nazionali. Si rimanda a quanto riportato recentemente dal responsabile ecologia urbana della LIPU, dott. Marco Dinetti: “ (…) quello dei picchi che forano infissi in legno, ma anche cappotti di rivestimento delle pareti o altri manufatti (pali, tubi, ecc.) è un problema ricorrente, in particolare nelle fasi biologiche in cui queste specie sono particolarmente attive nello scavo di un nido-tana. Una di esse è quella in corso (autunno) nella quale individui che in parte possono essere ricondotti a giovani in dispersione scavano delle cavità dove trascorreranno le notti invernali, e più avanti nella stagione potranno pure nidificare. L’altro periodo di forte attività di scavo è proprio quello che precede la nidificazione, quindi fine inverno-inizio primavera.

Cosa fare per risolvere queste problematiche, e dare i giusti consigli a coloro che ci contattano?

La gamma delle soluzioni è ampia e comprende misure strutturali (sostituzione dei manufatti con materiali più resistenti), di esclusione (barriere fisiche quali reti antintrusione e trame di fili), deterrenti (varie attrezzature, da quelle artigianali a quelle più sofisticate) e diversivi (nidi artificiali idonei).

Il primo rimedio che possiamo suggerire, considerando che è particolarmente semplice ed economico, è quello di usare un deterrente ottico, costituito dai dischetti cd da computer (nuovi o usati, ai picchi poco importa!). Si fanno delle “catenelle” con 2-3 cd e si appendono vicino ai punti dove i picchi fanno i fori. I dischetti oscillano al vento e riflettono la luce, che a quanto pare allontana i picchi. Questo sistema è risultato efficace in quasi tutti i casi (testimonianze di coloro che l’hanno sperimentato) e lo possiamo confermare anche noi direttamente in un caso-studio che abbiamo seguito presso un edificio a Parma (lo studio è in pubblicazione nella rivista “Picus”).

Raccomandazione importante e “universale”, che vale per qualsiasi sistema deterrente, e rispetto a qualsivoglia contesto e specie: i sistemi deterrenti non vanno mai “abbandonati” a loro stessi (indefinitivamente) e/o attivati per lunghi periodi, perché esiste il concreto rischio di assuefazione da parte degli uccelli. Quindi, occorre presentarli a fasi alterne, anche variandone le modalità di applicazione.”

Qualora il sistema non dovesse (più) funzionare, occorre rimuoverlo e sostituirlo con altri approcci”.

Oltre a quanto indicato, abbiamo casi concreti di buoni risultati anche con l’installazione di palloncini gonfiabili raffiguranti dei rapaci, reperibili in Rete

I volontari della  Sezione di LIPU di Venezia, a mezzo i contatti nel sito www.lipuvenezia.it, rimangono a disposizione per suggerimenti e consigli.

Il delegato di Sezione Dr. Gianpaolo Pamio                       

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Informazioni Oasi e riserve

Siccità 2022: Comunicato

L’estate del  2022 ha caratterizzato un estremizzazione degli eventi siccitosi ricorrenti nelle estati degli ultimi decenni. Anche la provincia di Venezia è stata interessata da questo fenomeno, con particolari riflessi negli habitat costieri ed interni, caratterizzati da corsi d’acqua a portata ridotta, fossati, rogge, lanche, cave, prati umidi, bassure, stagni di acqua dolce e salmastra. Le ripercussioni maggiori le abbiamo nella fauna acquatica che non ha modo di spostarsi, nel caso del completo essiccamento del sito, altra fauna come le varie specie di rane o bisce d’acqua si trovano in forte difficoltà, e nel caso non riescano a raggiungere un pozza d’acqua vicina sono condannate a morte certa. Anche le alte temperatura delle acque influiscono nella fauna ittica portando al decesso in particolare  certe specie di pesci amanti dell’acqua poco profonda, o corsi d’acqua minori e soggetti all’essicamento, si annovera lo Scazzone (Cottus gobio) o la Lampreda zanandreai (Lethenteron zanandreai) specie endemica del distretto Padano – Veneto ed in stato di rarefazione. A rischio per la siccità animali inseriti nell’allegato IV della Direttiva del Consiglio Europeo denominata Habitat del 21.05.1992, 92/43/CEE e s.m.i. “Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa” Rana dalmatina (Rana dalmatina) e Rana di lataste (Rana latastei), Rospo smeraldino (Bufotes viridiflavus)  Tartaruga d’acqua (Emys orbicularis), Natrice dal collare (Natrix natrix) ed Biacco (Hierophis viridiflavus). Ad aggravare la situazione assai precaria, si somma la cattiva applicazione nelle gestioni delle misure dei Piani PSR, che ne hanno amplificato le conseguenze. I PSR Piani Sviluppo Rurali sono dei programmi di sviluppo  promossi dalla Unione Europea con fondi strutturali cui ricorrono gli Stati UE, finanziati dai fondi PAC Piano Agricolo Comunitario attraverso il bilancio del FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale). Entro questi fondi sono previste delle misure di sostegno e promozione alla biodiversità come la preservazione di Siepi, Boschetti, Prati incolti. Queste misure nella Regione Veneto,  rimangono in larga parte disattese andando deserti i bandi per l’assegnazione dei suddetti fondi. Ne emerge che il territorio rimane impoverito e banalizzato in quanto privato dei seguenti elementi fondamentali per la preservazione della biodiversità soprattutto in periodi di estrema siccità. Pensiamo alle funzioni di regolazione del microclima, di rifugio, di trattenimento delle acque e dell’umidià notturna prodotta da un vecchio filare di siepe o di un boschetto in aperta campagna. Le siepi ed i prati incolti poi, sovente, sono intervallati da terreni marginali, a bassi cespugli, con macchie di rovo, di vegetazione spontanea anche alloctona,  talvota hanno caratteristiche di impenetrabilità e resilienza creando così degli importanti micro-habitat per la fauna e flora. Sempre maggiori sono le specie inserite nella red list di IUCN (International Union for Conservation of Nature) a testimoniare la grave crisi che la Biodiversità sta vivendo. I cambiamenti climatici in atto, la sottrazione degli habitat, l’attività venatoria, la compromissione dei siti di nidificazione, le estese attività belliche, rendono sempre più difficile la sopravvivenza di molte specie di uccelli. L’Italia rappresenta un importante rotta migratoria degli uccelli dal Centro – Nord Europa verso il Nord Africa e il continente Sub-Sahariano e viceversa, tutelare un sito, significa, molto spesso, garantire il buon fine di un processo migratorio. A livello locale gli effetti deleteri sulla fauna a seguito della siccità si avranno con i censimenti della fauna ornitica nei  prossimi anni. Sussistono delle forme di adattamento per certe specie di uccelli qualora l’habitat pur se in via di modificazione, ne fornisca l’opportunità, con una buona quantità di cibo a disposizione ed una corretta conduzione  del sito, in primis, il contenimento del disturbo dall’attività umana. L’Oasi di Gaggio, in Marcon VE, per esempio pur con un cambiamento significativo di habitat non ha avuto cali nelle nidificazioni delle varie specie già regolarmente censite ogni anno.

Cordialmente

Ottobre 2022

Il delegato LIPU Sezione Venezia

Dr. Gianpaolo Pamio